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Una nuova vita al nastro

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Avevo necessità di produrre delle cassette per l’uscita di questo mio EP e da tempo facevo dei preventivi nei diversi store che le duplicano ma non mi convincevano i prezzi, le tempistiche, i formati e sopratutto la qualità del nastro, per cui ho deciso di fare da me e di convogliare le mie conoscenze sul restauro della cassetta in quella che poi è diventata una vera e propria avventura.

Come ho fatto a ridare una nuova vita a questi nastri? Lo illustrerò nelle seguenti foto. 


That’s amore, in primis la scelta del nastro e le condizioni dello shell.

Tempo fa avevo acquistato un lotto di nastri della Fabbri editori. Non che impazzisca per la lirica ma di certo avevo qualche remora nel rovinarli, finchè non mi accorsi che avevano un difetto di duplicazione. Tutte le 100 cassette avevano un livello di registrazione troppo basso, intorno ai -3 dbv che nel caso di una compact cassette dà un risultato veramente indesiderabile, poco volume e tanto fruscio. Non so se tutti i lotti prodotti in questa collana avessero questo problema ma una cosa era certa, lo shell era robusto e perfetto, i norelco case con retro nero super vintage erano intonsi e infine la cosa più importante il  nastro; stupefacente, Ferric type one 120 us eq, il mio preferito, nessuna trasparenza, ossido molto compatto e binder lucido quindi nessun problema di sticky tape. Questo famigerato problema in realtà capita esclusivamente se il nastro viene lasciato sotto il sole per molto tempo o vicino a fonti di calore costante, si può comunque verificare mettendo il play in nastro per controllare che non rilasci residuo sull’idler e il pinch roller del player. Va aggiunto che in genere è un problema visibile anche ad occhio nudo o con un ingranditore, il nastro infatti si presenta striato a linee perpendicolari e spesso è alternato da frammenti molto opachi. Non era certamente questo il caso.

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Anche il pressure pad va verificato nel caso si voglia utilizzare quello shell, quindi si controlla l’elasticità del suo supporto in ottone e le condizioni generali del pad semplicemente estraendo leggermente il nastro per poterlo osservare meglio. Anche i fogli di frizione ai lati del nastro e i roller interni vanno verificati e nonostante gli shells possano essere aperti si rischia certo di rovinarli con questa operazione visto che sono chiusi a caldo, per cui la miglior soluzione è quella di fare un pò di play, fast and foward e ascoltare che non ci siano strani rumori, aderenze o rallentamenti. Non è necessario eseguire l’operazione sull’intera durata del nastro, un buon consiglio è quello di verificare inizio, riavvolgimento totale e verifica dell’altra estremità in play.

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Lamette, penna bic e olio di tendine
Ora, i nastri originali della fabbri erano quasi tutti da 90 c e io avevo bisogno una lunghezza totale di 40 C perchè mi piace fare gli stessi brani su entrambe i lati, la soluzione migliore anche per evitare troppo spazio alla fine dell’audio era quella di tagliare il nastro alla lunghezza desiderata, trasferire il rimanente su uno shell vuoto con le viti per poi ritrasferirlo in un altro case. In pratica da ogni cassetta ho ottenuto il nastro per due. Infine il nastro tagliato va unito nuovamente al lead  con un junction tape da 1/8″, azione molto delicata perchè non deve avvenire nessuna frizione di giuntura sul pad o le testine del player e in particolare i due nastri devono essere perfettamente allineati per non perdere il path durante il play.

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Seduta di bellezza

Ora è il momento di rimuovere il vecchio adesivo, io prima di tutto lo strappo e poi lo inumidisco con dell’acqua lasciando che si ammorbidisca per 5 minuti, con un cotton fioc successivamente vado a rimuoverlo, in caso ci fosse una colla molto resistente consiglio uno sgrassatore che ovviamente va ripulito alla perfezione per evitare problemi con il nuovo adesivo.

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Doma il tempo

Sicuramente si può diventare caotici ma con qualche birra e la compagnia di un amico si eviterà l’autismo, le voci nella testa e i tempi morti.

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The evil tower

Ora è tempo di duplicare, sulla propria daw carichiamo file a 24 bit e andiamo su una macchina rigorosamente direct drive in modo che l’andamento del nastro sia il più costante possibile, consiglio una macchina a tre testine che ci permetterà di fare il preascolto diretto del risultato su nastro, al fine di verificare eventuali dropouts o suoni indesiderati, in particolare ci permetterà di fare un taglio di eq e bias adjust in tempo reale senza essere costretti a riascoltare tutto perdendo così la bussola. Consiglio cavi decenti e corti. Ogni tot pulizia di pinch roller e idler, rec head e play head. Ogni 10/15 nastri consiglio la demagnetizzazione delle testine.

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Et voilà, avrete perso dieci anni di vita e in qualche maniera sarete immuni alla fatica. Se volete ascoltare un pò di musica o ordinare i nastri trovate tutto qui

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